Redondo Dolores - 2016 - Tutto questo ti darò by Redondo Dolores

Redondo Dolores - 2016 - Tutto questo ti darò by Redondo Dolores

autore:Redondo Dolores
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Noir, General, Literary, Stranieri, Giallo, Thrillers, Fiction
ISBN: 9788851156527
editore: DeA Planeta Libri
pubblicato: 2017-10-15T22:00:00+00:00


Pellicola

—

Nogueira parcheggiò di fronte a casa. Da fuori le luci accese al primo piano trasmettevano la sensazione di un luogo accogliente; eppure, l’agente attese qualche minuto al volante dell’auto con gli occhi fissi all’ingresso. Non era passata nemmeno una settimana da quando era andato in pensione e già non ne poteva più. Aveva cinquantotto anni e aveva trascorso gli ultimi due sopportando una moglie che gli ripeteva di decidersi una buona volta; alla fine, entro i termini di legge e con l’anzianità necessaria, l’aveva ottenuta e così avrebbe avuto più tempo da passare con le figlie, nel tentativo di non rovinare il suo rapporto con la minore come invece aveva ormai fatto con quella più grande. Non appena aveva firmato, si era reso conto che si trattava di una pessima idea, ma lo doveva a Laura, magari in questo modo… Tirò fuori il taccuino per dare un’occhiata agli appunti, domandandosi che diavolo avrebbe potuto fare una volta chiusa quell’indagine. Decise che fino ad allora sarebbe stato meglio non pensarci. Mentre riponeva il bloc-notes nella tasca, lo sguardo gli cadde sull’anello nuziale: ne osservò la superficie opaca e, distrattamente, lo fece girare un paio di volte attorno al dito cercando, forse, un punto più lucido. Guardò di nuovo in direzione dell’entrata e sbuffò rassegnato; scese dalla macchina e si incamminò verso casa.

Aprì la porta e fu investito dall’aroma invitante di una torta al limone. Dal salotto giungeva il suono smorzato della televisione.

«Sono tornato» salutò mentre sistemava la giacca sull’appendiabiti.

Non attendeva risposta e non la ricevette. Per prima cosa andò in cucina: aveva passato le ultime due ore al volante, provando a perdere tempo, e aveva fame.

Tutte le superfici e i ripiani erano splendenti come sempre. Nel lavello non c’era nemmeno una briciola né un piatto con resti di cibo né un cucchiaino sporco, e neanche una padella con qualche avanzo. Seguì l’odore della torta e aprì il forno, senza però riporvi troppe speranze: era ancora tiepido e profumato, ma non c’era traccia del dolce. Sollevò l’antina del portapane e vide uno di quei panini sciapi che tanto odiava, con il suo aspetto avvizzito e artificiale come se fosse stato esposto a radiazioni atomiche. Avvilito, diede una sbirciata nel frigorifero: un formaggio di Arzúa, chorizos di Lalín, prosciutto, un pezzo di spalla cotta e uno di soppressata gallega. Sembrava quasi che andasse a comprare quel ben di Dio per fargli un dispetto.

In un recipiente c’era uno stufato di carne, in un altro una di quelle torte di pancarré con besciamella che adorava. Era diventato un esperto nel riconoscere i cibi che sua moglie, come un ragno paziente, avvolgeva in metri e metri di pellicola trasparente con l’unico obiettivo, ne era sicuro, di renderglieli inaccessibili. In più di un’occasione era rimasto lì a osservare quelle prelibatezze che cucinava e poi conservava. Finché le guardava e basta non era un problema, ma se solo provava a toccarne una, ecco che, come un ragno appostato sulla ragnatela, se ne accorgeva. Fece una prova: tese la mano e sollevò l’involucro perfetto dentro a cui aveva imbalsamato il formaggio.



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